La pioggia spegne l’inceneritore, ma non c’è nulla da festeggiare

La notizia di poche ore fa al’inizio mi ha fatto festeggiare: anni di investimenti in una cosa inutile e dannosa per tutti, fermata non dalle continue proteste di tutta la popolazione, ma dalla natura stessa. Poi ripensando attentamente a ciò che è successo mi sono spaventato: una pioggia ha fermato l’inceneritore. Non stiamo parlando di una pioggia che magari, seppur forte ed incessante, è solo passata attraverso i soffitti per gocciolare sui fogli di una scrivania, ma di una pioggia che ha fatto fermare l’intero impianto, evidentemente, per non comprometterlo.
Questa è l’ennesima goccia che fa traboccare il vaso (scusate il gioco di parole), dopo gli infortuni mortali (ripetuti) sul cantiere per la sua creazione si aggiunge anche questa: e questo avvenimento mi da pensare sui criteri di costruzione dell’opera.
Se una pioggia ha fatto fermare l’impianto, saranno sicuri i forni? E i filtri della ciminiera? Per non parlare delle camere di deposito delle micro polveri (cancerogene all’istante e inamovibili dal sito di creazione): saranno state isolate correttamente le camere di deposito d quelle polveri?
Non v’è dubbio che gli investitori abbiano risparmiato sulla sicurezza in cantiere, a discapito di quelle povere vite, ma avranno anche risparmiato anche sui materiali e metodi di costruzione per ricavarne ancora più profitto? Evidentemente si.

Credo che a seguito di questo avvenimento, bisognerebbe riempire i vari consigli comunali, di interrogazioni, interpellanze, mozioni ecc per chiedere chiarimenti e delucidazioni su quanto è accaduto e su quanto potrebbe accadere.

Non voglio più che mai vedere, a seguito di fughe di vapori o inquinamento di falde acquifere, il riproporsi di una Chernobyl nostrana, molto meno plateale,ma sicuramente altrettanto letale.