Nessun titolo è più azzeccato e riassuntivo di questo: hanno provato a giustificare un governissimo candidando, con il PDL, Fanco Marini tradendo il voto di milioni di elettori che li hanno votati per fare un governo in opposizione a quella fazione; Poi bruciano la candidatura di Romani Prodi, ottima persona, ora ambasciatore ONU, primo presidente della Commissione Europea, ma troppo vicino temporalmente ad un suo passato di Primo Ministro in Italia. Persino SEL ne ha colto la caratura e ne ha appoggiato la candidatura, nella visione di un Presidente della Repubblica il più possibile condiviso con le altre forze politiche (ricordo che Prodi era nella lista dei “papabili” del M5S), ma ora dopo il conteggio delle schede si scopre che neanche il buon Romano, dopo essere stato acclamato all’unanimità non riceve i voti del PD che ha fondato lui stesso (per stessa ammissione di SEL loro hanno votato “R.Prodi” in modo da palesare il loro voto e i conti sono tornati), così dopo la fine di questo mini congresso del PD l’italia da 58 giorni senza governo non ha neanche il suo Presidente della Repubblica.
Ora non si può, non solo perdere tempo, ma soprattutto ascoltare la gente che il centrosinistra lo ha votato: non sono solo gli elettori del M5S che manifestano in favore di Stefano Rodotà, ma anche quelli di SEL che stanno organizzando sit-in in tutte le piazze d’Italia, per non parlare dei Giovani Democratici che stanno simbolicamente occupando le sedi del PD.
I Gruppi dirigenti del Partito Democratico devono togliersi le dita dalle orecchie, smettere di fare giochetti di palazzo che puzzano di prima repubblica o meglio da seconda, devono ricordarsi che sono li per un mandato, espresso attraverso il voto dalla gente, la stessa gente che sta chiedendo loro di avere come Presidente Stefano Rodotà.