Questo è quello che rimande de “L’ultimo Impero” la celebre discoteca di Airasca, di cui da poco è ricorso il suo ventennale dalla nascita, è ovvio che è chiusa da un pezzo, ma questa prima di essere il sogno proibito di numerosi tamarri sedicenni è stata seppur per un breve periodo, una la più grnade discoteca d’Europa, un punto di riferimento per la musica techno e “progressive” nonchè culla del “clubbing” piemontese e non solo.
Ancora mi ricordo i pellegrinaggi dei miei amici, verso la fine degli anni ’90, per andare a vedere il live del santo patrono della Mediterranea: di Gigi D’Agostino, mentre io preferivo ignorare il tutto.
Qualche tempo fa, passando in quei luoghi, notai già le colonne del parcheggio, con le statue pseudo-neoclassiche in gesso oramai rotte e annerite, ma questa foto un po’ di brividi e malinconia la fa venire lo stesso, per un periodo della mia (e non solo) adolescenza, che vedeva quel posto come un qualcosa di irraggiungibile e totalmente diverso dai locali presenti ne torinese a quell’epoca.
Certo, culturalmente parlando non si tratta di una nuova Pompei, ma quel posto tra nuvole di borotalco e drink più o meno annacquati, la sua importaza l’ha avuta: mezza Italia si dispiacque per la chiusura del Piper a Roma, non vedo perchè una parte di essa non si possa dispiacere per la morte di un piccolo pezzo di “Cassa!”.