Oggi ricorre il ventottesimo anniversario della morte di Enrico Berlinguer.
Sono anni che vivo, viviamo con il ricordo di questa persona, sicuramente straordinaria ma io non capisco perchè ci fermiamo sempre a rimpiangerla.
Occhei io d’altronde Berlinguer non lo conosco appieno: grande intellettuale e sicuramente le sue operene non si fermano alla “questione morale” ma permettetemi di fare una critica, non a lui direttamente ma al sistema stesso che ha generato: una sinistra che vive di rimpianti.
“Enrico qui”; “Enrico li”; “Aaah se solo ci fossi ancora tu”; “Quanto ci manchi”… ecc.
“Ottima visione devo dire”: ci troviamo tra partiti che usano la parola “democrazia” abbandonando la sinistra e quelli di sinistra che si dimenticano, a volte di esserlo.
Viviamo in un epoca, dove il nostro attuale Presidente della Repubblica ha rinnegato le sue origini, dimenticandosi che ai tempi era in lotta con lo stesso Berlinguer per la Segreteria del P.C.I. e dove nei partiti di sinistra va di moda il vintage.. dimenticando di investire nella “ricerca” di programmi nuovi e al passo coi tempi.
Mi trastullo ogni giorno con riunioni dove, a volte, senti ancora parlare “vecchie glorie” che inneggiano alla lotta di classe, al potere operaio e scioperi ad oltranza.. non capendo che noi giovani, con i nostri contratti precari gli scioperi non li possiamo neanche fare e dobbiamo lottare per avere la metà delle cose che han conquistato loro e che tralaltro stanno anche perdendo; si discutee si bocciano nuove metodologie logistiche e programmatiche al suono di:“…Come si faceva al tempo del P.C.I.”… dimenticandosi che non ci sono né le stesse persone né le stesse risorse, degenerando, così, in una versione rossa del “…Quando c’era lui…”
Pertanto: cerchiamo di non vivere di ricordi e di rimpianti: diamoci da fare, rinnoviamoci, proproniamo e agiamo, altrimenti se il nostro caro Enrico fosse ancora vivo il P.C.I., si sarebbe ancora unito, ma a sentire i vostri discorsi lo avrebbe abbandonato, per passare al Mac.