La festa del cioccolato è arrivata: così dopo giorni di sponsorizzazioni dell’evento, dopo una mattina passata per impegni lavorativi a Torino, mi posso recare a fare una passeggiata nel centro della mia adorata Grugliasco. Aspetto di farlo dopo pranzo, per approfittare del tepore del primo pomeriggio: mi sono persolo spettacolo degli sbandieratori della mattinata e il giro in bici corganizzato da Grubike, ma tanto ci sarà molto altro. Apro Facebook, per vedere in maniera mirata dove andare, ma noto solo che la genta si sta lamentando della manifestazione, non gli do peso e decido di uscire, in fin dei conti non sono molte le cose che accadono qui.
Esco di casa, ed entro in via Perotti, pedonalizzata paer l’occasione, proseguo per via Spanna, devio in via Lupo e percorro viale Gramsci, dove la festa sarebbe dovuta proseguire anche sul suolo di Collegno; dico dovrebbe perché effettivamente quello che si nota a prima vista sono gli spazi per gli stand, lasciati per la maggior parte vuoti da coloro che dovevano occuparli, poco male: ho poco tempo di pausa prima di ritornare a lavorare mi godo quello che c’è.
Dalla mia precedente descrizione sembrerebbe che la festa sia quasi desolata invece così non è stata: bambini delle scuole elementari decoravano dei piccoli alberi di Natale lungo tutte le strade citate, artisti scolpivano il cioccolato, vi erano almeno tre o quattro stand di musica dal vivo, compreso un piano lasciato suonare a chi avrebbe voluto (mamma che invidia vedere ragazzini suonare divinamente con le loro manine, mentre io non riesco neanche a battere le mani a tempo), qualche stand della Confesercenti, un accampamento del 1600, gente vestita da Babbo Natale e cioccolata che veniva donata in ogni sua forma e tanta gente che passeggiava.
Ora se lo scopo di una manifestazione di questo tipo è atirare gente e fargli pasare del tempo lieto direi che questo è avvenuto, ovvio che al primo colpo d’occhio vedere le vie lasciate vuote dagli standisti ha fatto male , ma tutto sommato di pubblico ve ne è stato. Non ho potuto non notare che la maggior parte dei negozi e bar fosse chiusa, mi è spiaciuto questo, ma non posso biasimare i propietari di non aver aperto, magari io lo avrei fatto ma non sono io quello che avrebbe impiegato il suo unico giorno libero tempo e denaro per farlo, loro si aspettavano una partecipazione maggiore (da parte degli standisti) che nonc’è stata; le amministrazioni di Collegno e Grugliasco il loro lo hanno fatto assicurando le pedonalizzazioni, e le associazioni di commecianti e storiche hanno dato il loro contributo in persone ed attrazioni.
Ma allora perchè tutto sembrava così vuoto?
Da quello che ho capito questa manifestazione è stata organizzata dalla Confesercenti, con il patrocinio di Comuni di Grugliasco e Collegno e con la partecipazioni delle associazioni culturali e di commercianti delle due città, quindi chi si sarebbe dovuto occupare di “riempire gli spazi” sarebbe dovuta essere la Confesercenti, con l’aiuto dei commercianti locali, Perché non è avvenuto? Non so se gli spazi fossero gratuiti, in caso non lo fossero, il libero mercato avrebbe fatto decidere ad un “ambulante” se mettere li o meno la propria bancarella, ma se così non è stato perché la maggior parte delle persone non si è presentata? Non credo fosse dovuto al freddo: è vero ieri per la prima volta si sono tocati i meno 8 gradi in mattinata, ma credo che ci sia dell’altro: credo che la meta Grugliasco per un ambulante in questo periodo non sia appetibile rispetto ad altri luoghi. Questo è dovuto ad anni (passati) dove questo genere di attività non sono mai state valorizzate e non si è mai investito per portarle avanti con il risultato che Grugliasco si sia, suo malgrado, fregiata (immeritatamente) del titolo di “città dormitorio, città morta” ed ha fatto scegliere ai commercianti di andare altrove o starsene a casa. In oltre aggiungo che lamentarci senza cercare di porre rimedio non serve mai a nulla, cerchiamo di cogliere il buono in tutto e imparare dagli errori.
Ps. Aggiungo una ultima cosa: ieri ho visto tanta gente andare a casa felice con blocchi di cioccolato che gli sono stati regalati grandi come un pugno, con un sorriso così grande che sarà difficile vi dicano che la “festa del cioccolato” non vi sia stata.