Stiamo leggendo ciò che la Brexit ha provocato negli animi di tutta Europa, ma cosa sta succedendo ora nel Regno Unito, ecco la testimonianza di una torinese che lavora a Londra da anni come Business Analyst nel ramo delle assicurazioni:
“Ieri ho visto la storia accadere. Una storia triste che parla di ignoranza e odio, che parla di una nazione con un tasso di disoccupazione del 5% (in Italia è del 38%), che decide di andare incontro ad un possibile suicidio economico e politico in virtù di principi quali “gli immigrati mi rubano il lavoro”, “gli immigrati europei prendono i sussidi statali”.
Ho visto gente, inglese puro sangue, intervistata parlare un inglese peggiore del mio per pronunciare frasi come “out per la lotta al terrorismo”, “out perché ci sono troppi polacchi” oppure “out perché non sono riuscita a trovare un posto all’asilo per mio figlio”. La gente intervistata nulla sa dell’Europa, tutto quello che sa è che gli immigrati europei sono la causa del loro malcontento.
Andando a lavorare ho visto una situazione totalmente diversa. La city era in lutto ma già pronta a lottare per la sopravvivenza di una nazione prospera che forse, tra due anni, non lo sarà più.
È stato un giorno triste, quello in cui una nazione ha fatto decidere ad una generazione di vecchi il futuro dei giovani. Questa è la cosa che più mi rattrista perché so bene cosa significhi laurearsi per poi trovarsi in un mercato del lavoro in crisi.
Ora tanta incertezza per il futuro; tutto ad un tratto gli immigrati europei non sono più il primo dei problemi di questa nazione.”
E’ indubbio che una Unione Europea basata solo su rapporti economico-commerciali non può andare: servono politiche culturali e sociali, o semplicemente serve una POLITICA unitaria, che permetta di vivere dignitosamente a tutti i cittadini della nostra Europa.